Di Yuri Benaglio
Operatore presso il Centro Sammartini

Arrivo alle nove del mattino. Saluto i colleghi. Stampo le visite mediche del giorno: chi riceverà l’idoneità alla vita comunitaria dai medici presenti in ufficio potrà fare accesso alle strutture notturne offerte nell’ambito del Piano Freddo del Comune di Milano. Il mio collega, seduto alla scrivania accanto, risponde al telefono: è lui a smistare tutte le telefonate che riceve il Centro Sammartini. Io mi occupo principalmente di inserimento e gestione dei dati sulle accoglienze e sulle persone che si rivolgono al centro, dati preziosi che consentiranno di programmare e organizzare i servizi della grave emarginazione in città.  Davanti ho due colleghi che si occupano del “filtro”, cioè di accogliere le persone che fanno accesso al servizio cercando di fare emergere, in pochi minuti, il loro bisogno. Nei casi in cui è opportuno un approfondimento, le persone vengono indirizzate in un’altra sala dove possono raccontare con più calma la loro storia. Nella terza e ultima sala, le assistenti sociali effettuano colloqui periodici (1-2 al mese) di accompagnamento e monitoraggio con le persone già inserite nelle nostre strutture ordinarie.

Il fine ultimo per cui lavoriamo, naturalmente, è che le persone non abbiano più bisogno di rivolgersi al Centro Sammartini.

Nelle più movimentate giornate del Piano Freddo il Centro Sammartini è una macchina a orologeria, un treno dal meccanismo perfetto. Tutti fanno il loro lavoro. Poi ci sono le persone che vediamo. Qualcuno si lamenta per l’attesa prolungata (chi entra prende il numerino e attende, come in posta), qualcuno alza i toni, qualcun altro li smorza. Al Centro Sammartini sicuramente non ci si annoia, soprattutto in questo periodo dell’anno.

E poi ci sono gli altri servizi. Riceviamo ogni giorno segnalazioni via mail da ospedali, centri diurni, servizi per la salute mentale e le dipendenze, avvocati.  Ma il nostro non è semplicemente un ufficio di assegnazione posti letto, è un centro professionale specializzato nella prima accoglienza delle persone senza dimora, con l’obiettivo di accompagnarle e orientarle. Collaboriamo con le Unità Mobili, gruppi di professionisti che operano direttamente in strada cercando di indirizzare le persone senza dimora al nostro ufficio. Alcuni accettano, altri, i più cronici e affezionati alla vita di strada, rifiutano.

Siamo l’hub di riferimento su Milano per chi è in difficoltà. Questo comporta che si rivolgano a noi persone per cui non possiamo essere il servizio di riferimento. Due esempi, su tutti: nuclei di famiglie con minori e migranti arrivati da poco in Italia. In entrambi i casi, comunque, li accogliamo, ascoltiamo e indirizziamo ai servizi competenti.

Non esiste una giornata tipo al Centro Sammartini, dove ci si destreggia sempre tra emergenze e non. Ogni giornata al Centro Sammartini è ordinaria e straordinaria al tempo stesso.