Di Yuri Benaglio
Operatore presso il Centro Sammartini

Oggi raccontiamo una storia bellissima, quella della nostra G. Segni particolari? Cinquantanove anni portati splendidamente, originaria di Cuba, un cagnolino delizioso che le fa compagnia ovunque lei vada: una bassottina di nome Lucrezia Lemòn.

G. si presenta per la prima volta al Centro Sammartini il mese scorso, presentando un permesso di soggiorno illimitato rilasciato dalla Questura e una residenza su Milano. La richiesta portata al nostro ufficio è di un posto letto. Le viene spiegato che per il momento non abbiamo a disposizione posti anche per gli animali e lei, piuttosto che rinunciare al suo cagnolino, riferisce di preferire la cantina di Rho dell’amica dove sta dormendo da qualche mese.

Torna qualche giorno dopo. In assenza di posti per donne, chiede un posto in una struttura per uomini. Una collega chiede il mio intervento e alla signora, transgender, spiego che a una donna non assegniamo posti per uomini. Si emoziona perché “non era scontato ricevere questa accoglienza e questo rispetto da parte di un ufficio”. La accogliamo per tre notti in una struttura emergenziale e, trattandosi di breve periodo di tempo, Lucrezia Lemòn rimane dall’amica.

Contestualmente decidiamo di raccogliere maggiori informazioni su di lei e di segnalare la sua candidatura – eventualmente – per uno degli appartamenti di housing della rete milanese messi a disposizione per persone senza dimora con cani.
Nel corso del colloquio con il nostro assistente sociale Matteo, G. racconta la sua incredibile storia.

La signora è nata e cresciuta a L’Avana, dove attualmente vive la sua famiglia d’origine (composta da quattro fratelli/sorelle e quattro fratelli nati dal secondo matrimonio del padre), con i quali è in buoni rapporti. I genitori e un fratello sono deceduti.
A Cuba ha avuto la possibilità di conseguire il diploma delle scuole superiori e successivamente quello di Pianoforte presso il Conservatorio de L’Avana. Ha iniziato, quindi, a lavorare come musicista nell’orchestra della città e in diverse band locali.

Nel 1996 ha deciso di partire per l’Italia con il suo quartetto; giunti a Milano, il gruppo musicale ha suonato per circa due anni prima di rientrare a Cuba. La signora, rimasta folgorata dal nostro Paese, ha deciso invece di rimanere e di continuare a suonare e a ballare per i club di tutta Italia.

Racconta a Matteo che le cose sono andate sempre bene fino all’avvento della pandemia attualmente in corso: con la chiusura dei locali, la signora ha perso il lavoro e per due anni si è appoggiata presso appartamenti di amici e amiche (non potendo più permettersi l’affitto privato della casa in cui viveva in zona Certosa) svolgendo lavori come badante. Avendo molte meno possibilità di esibirsi live, G. si è anche iscritta a un corso per diventare OSS e lavorare nelle strutture socio-sanitarie.

Negli ultimi cinque mesi ha vissuto presso la cantina di un’amica, senza riscaldamenti e senza servizi; si è rivolta a noi quando ha dovuto lasciare la cantina perché scoperta dall’amministratore di condominio mentre era intenta a suonare il suo pianoforte elettrico (in cuffia).

Lavoro qui da due anni e raramente mi è capitato di vedere una persona tanto educata e affabile e al contempo tanto simpatica, brillante e stravagante. Un’artista, semplicemente. La coinquilina, scrive Matteo, “che ognuno di noi sognerebbe di avere”.

Neanche un mese dopo il suo primo accesso presso il nostro servizio, G. e la sua Lucrezia Lemòn sono entrate in appartamento.