Di Yuri Benaglio
Operatore presso il Centro Sammartini

Ieri sera stavo camminando, era circa mezzanotte, quando vicino a me un ragazzo ha iniziato a urlare al telefono. Parlava di sua madre – ho intuito – con un amico, rea di averlo sbattuto fuori di casa. Urlava e diceva “Io nei dormitori non ci vado”. Ho pensato che magari oggi lo avrei rivisto qui al Centro Sammartini. Per ora nessuna traccia di lui, ma dopo quella telefonata ieri mi sono fermato su una panchina e ho iniziato a pensare.

Mi è tornato in mente il signore, completamente riverso a terra nei pressi di piazzale Loreto, che ho visto due giorni fa. Era pieno giorno. Le persone passavano accanto e si interessavano alle sue condizioni. Ho contattato il numero per le segnalazioni di persone senza dimora in strada e l’operatore mi ha detto che già altre persone avevano chiamato. Bene, ho pensato, allora non siamo così indifferenti. Non siamo tutti così indifferenti.

Poi ho pensato alle persone senza dimora che sono morte per il freddo questo inverno in strada. Nessuna di loro si era rivolta al nostro servizio. Mi sono chiesto perché, pur sapendo dell’esistenza del nostro servizio (qualunque persona senza dimora, a Milano, sa del nostro ufficio), avevano preferito restare in strada. Non ho saputo darmi una risposta. Ma mi sono detto che queste persone vivono secondo codici e registri che noi non potremo mai comprendere davvero fino in fondo. L’incapacità di vivere nell’incertezza, alla giornata, è un mantra per loro.

Poi ho pensato a tutte le persone che da circa un anno dimorano in Martesana, nei pressi di via Sammartini. Ho pensato alle mie colleghe, Giulia e Alice, che da mesi escono dall’ufficio per provare a parlare con loro, carpire informazioni sulla loro situazione documentale, provare a ottenere la loro fiducia e orientarle al nostro servizio. Conosco la loro frustrazione, ma anche il loro orgoglio per quello che fanno. Molti non hanno documenti. Molti attendono un collocamento negli appositi circuiti, in quanto richiedenti di protezione internazionale, dalla Questura. Collocamenti che non arrivano, o meglio che non arrivano a sufficienza, perché l’offerta è ampiamente superata dalla domanda.

Gli sbarchi sono triplicati rispetto allo scorso periodo dello scorso anno e poche ore fa sono morte altre decine di persone al largo della Calabria: stavano arrivando in Italia. Lampedusa, ancora una volta, è al collasso. C’è un boom di migrazioni dalla Tunisia, mai visto. Cosa sta succedendo?  

Il Centro Sammartini è un po’ un osservatorio su quello che sta accadendo in Italia, in Europa. Lo considero un punto di vista privilegiato. Possiamo toccare con mano le storie delle persone, i bisogni, le difficoltà. Chi fa politica potrebbe (anzi, dovrebbe) tenerne conto.

Connessioni logiche e illogiche, flussi di coscienza. Ma per stasera ho pensato anche troppo, va bene così. Posso tornare a casa.