Italiano, quasi cinquant’anni, girava il Centro Sammartini da una vita. Segni particolari: un problema al collo per cui si era reso necessario un intervento, da sempre procrastinato.

Pur essendo un senza dimora cronico, non raccontava nulla di sé e non è stato facile per noi capire chi fosse Alessandro (nome di fantasia). Una nostra assistente sociale, Sandrine, lo ha preso in carico e spinto, con la consueta dolcezza e determinazione, a ragionare per piccoli passi.

Primo step: attivarsi per questo intervento. A forza di insistere è stato preso in carico al San Paolo. Il giorno prima dell’intervento, il 25 ottobre, Sandrine lo ha chiamato: “Aveva paura perché gli avevano anticipato che l’avrebbero portato in terapia intensiva. Per lui, la terapia intensiva era legata al covid” ci racconta. “L’ho tranquillizzato e gli ho garantito che dopo l’intervento ci saremmo stati per lui. Da questo momento in avanti si è aperto”.

Come per magia, tassello dopo tassello Alessandro ha iniziato a raccontare la sua vita. Ha parlato per la prima volta in assoluto della moglie, della sorella che vive a Milano, dell’altra che vive a Lecce, delle violenze subite dai genitori sin da bambino, della sua infanzia vissuta tra una comunità e l’altra.

Sandrine si è così messa in contatto, dopo aver chiesto il permesso ad Alessandro, con la sorella di Milano e con quella di Lecce. Entrambe non sapevano che il fratello passava da un dormitorio all’altro da ormai dieci anni. Non voleva essere di peso e aveva nascosto per tutto questo tempo la sua condizione. Ma loro si sono dette prontissime ad aiutarlo.

La prima ha pagato il biglietto del treno per Lecce, la seconda ha messo a disposizione la sua casa di proprietà nel capoluogo salentino e promesso che gli avrebbe trovato un lavoro. Sandrine lo ha accompagnato e supportato in questo percorso di ritrovamento. “Sono felice per lui, è bello sapere che è tornato nel suo mondo” ci confida. Lo ha chiamato anche una volta arrivato a Lecce: per Alessandro è ufficialmente iniziata una seconda possibilità di vita.  Dopo dieci anni vissuti da senza dimora.

Missione compiuta, con sommo piacere di tutto il nostro ufficio.