di Chiara Maroso*
Secondo la rilevazione degli ultimi dati ISTAT, nel corso dell’anno 2021, sono stati 517 mila i ragazzi e le ragazze che, solo in Italia, hanno interrotto gli studi prima del conseguimento del diploma. Il fenomeno prende il nome di “dispersione scolastica” e, oltre a far riferimento all’abbandono del sistema di formazione e di istruzione da parte di studenti e studentesse, comprende anche la ripetenza, cioè frequentare nuovamente lo stesso anno scolastico, e i casi di ritardo, quelli per cui si rende necessario sospendere temporaneamente il percorso formativo.
La comunità scientifica ha condotto numerosi studi in merito. Spiccano quelli dello psicologo canadese Albert Bandura, dai quali si apprende che anche nella vita scolastica degli individui gioca un ruolo fondamentale la “self-efficacy” (autoefficacia) ovvero alla convinzione che la persona ha circa le proprie capacità. (Bandura, 2012). Percepirsi come in grado di saper rispondere in maniera adeguata ai diversi compiti e alle molteplici richieste provenienti da parte della scuola, e non solo, permette agli individui di impegnarsi in maniera attiva così da raggiungere risultati migliori. Al contrario, convinzioni di non efficacia ripetute nel tempo potrebbero comportare atteggiamenti di rinuncia di fronte a compiti ritenuti troppo difficili e, nel peggiore dei casi, l’abbandono del proprio percorso di studi.
Non è difficile immaginare come la dispersione scolastica porti con sé una serie di conseguenze negative di ordine sociale, economico e psicologico, che possono ricadere sul singolo individuo e sulla società più in generale. Tutto questo non può lasciarci indifferenti: diventa sempre più necessario trovare e investire risorse che possano permetterci di prevenire e contrastare questo fenomeno attraverso gli strumenti più idonei.
Il centro clinico Prometeo contribuisce in tal senso dando la possibilità di attivare percorsi individuali di orientamento e di ri-orientamento scolastico, guidati da un professionista esperto, destinati a ragazzi e ragazze della scuola secondaria di primo e di secondo grado.
Attraverso i laboratori di orientamento nelle scuole, aiutiamo e sosteniamo i ragazzi a scegliere in modo consapevole il percorso formativo più adatto per loro quando, in terza media, si trovano di fronte alla scelta della scuola secondaria di secondo grado. Tuttavia, iniziando a frequentare la nuova scuola superiore, può capitare che alcuni ragazzi si accorgano che la scelta fatta non rispecchi in realtà le proprie aspettative: può succedere, ad esempio, che non piaccia l’ambiente scolastico o il clima di classe, o di non trovare più molto interessanti quelle stesse materie che avevano guidato la scelta originaria, o ancora, è possibile che il carico di studio e di impegno richiesti non lascino molto spazio per le attività extrascolastiche.
Riprendendo quanto teorizzato da Albert Bandura rispetto all’autoefficacia, si potrebbe quindi ipotizzare che, in ciascuno di questi casi, la motivazione allo studio e alla frequentazione della scuola venga meno e così potrebbero arrivare i primi voti negativi, i debiti, le bocciature e, con loro, una serie di emozioni poco piacevoli da provare come la tristezza, la rabbia o ancora la frustrazione e un senso di scoraggiamento. In queste situazioni, sarebbe opportuno attivare un percorso di riorientamento scolastico attraverso il quale poter capire se si tratta di una difficoltà momentanea nel trovare un metodo di studio più adatto alle richieste, o se invece, si tratta di dover scegliere una nuova scuola superiore più affine alle caratteristiche dello studente.
A differenza dello scegliere per la prima volta la scuola superiore, ri-sceglierla implica innanzitutto confrontarsi con una aspettativa che è stata disattesa e che potrebbe quindi aver generato nella persona una delusione e magari pensieri negativi che non aiutano, come il credere di “non essere capace”, di “non essere adatto” o di “essere sbagliato”. Quando la decisione non riguarda il clima di classe o della scuola più in generale, cambiare il percorso di formazione significa dover fare i conti con la difficoltà di lasciare compagni e professori con i quali si è costruito un legame. In ultimo, ma non per importanza, in alcuni casi, ri-scegliere potrebbe comportare il timore di essere giudicati in maniera negativa dagli amici oppure dai propri familiari.
Nel caso di una ri-scelta, quindi, potrebbero entrare in gioco una serie di fattori emotivi e psicologici che non possono essere trascurati e che potrebbero influenzare in maniera negativa la decisione finale.
Perciò, non lasciare soli i ragazzi in questa fase delicata, risulta fondamentale affinché possano sentirsi accolti, non giudicati e quindi incoraggiati a continuare il loro percorso scolastico scongiurando così la scelta di abbandonare gli studi.
Il centro clinico Prometeo offre percorsi che sostengono i ragazzi in questa nuova scelta, accompagnando anche i genitori ad acquisire strumenti utili per sostenerli emotivamente: crediamo fermamente che il lavoro di “squadra” sia la via migliore per costruire insieme un percorso formativo, e di vita, capace di far ri-trovare ai ragazzi quella “self-efficacy” fondamentale per sentirsi adeguati e capaci.
Per approfondire: Bandura, A.“Adolescenti e autoefficacia Il ruolo delle credenze personali nello sviluppo individuale”. Edizioni Erickson (2012).
* Chiara Maroso, psicologa e specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale. Si occupa di sostegno psicologico per promuovere il benessere mentale della persona e, presso il centro clinico Prometeo, supporta nello studio bambini e ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.