di Alessandra Panceri*

Due o tre cose sul sesso che i ragazzi dovrebbero sapere e i genitori dire…

Con l’arrivo dell’estate gli e le adolescenti si ritrovano ancor di più al centro di dibattiti, discussioni, teorizzazioni, giudizi, studi e consigli e tra le varie tematiche su cui noi adulti, esperti o meno, esprimiamo i nostri i puntualissimi pensieri, vi è sicuramente il sesso.

Se un genitore o un adulto scrivente di tali argomenti pensasse a sé sedicenne, troverebbe quantomeno invadente tutto questo vociare: “gli adolescenti e l’uso dei social, gli adolescenti, il sesso e il coronavirus, gli adolescenti e il sexting, gli adolescenti di oggi fanno troppo sesso troppo presto, gli adolescenti non sono più interessati al sesso…”
A tutto questo interesse credo sia importante evidenziare quanto il ruolo degli adulti, genitori e caregiver, sia fondamentale per poter garantire a ragazzi e ragazze, una visione ampia e completa sulla sessualità.

Dunque sì, interessiamoci al tema della sessualità. Ma come?

Lo sappiamo tutti, lo siamo stati, la preadolescenza e l’adolescenza sono periodi ricchi di potenza e fragilità, dove cambiamenti fisici, cognitivi e psichici, portano a una ricerca di sé con un sempre e maggiore confronto con i pari e con la società e un altrettanto fisiologico distanziamento dalle figure genitoriali.
La crescita di un figlio infatti comporta come passaggio naturale e indispensabile, l’accesso all’amore e alla sessualità, e questo spesso spaventa i genitori.

Parlare di sessualità risulta difficile per entrambi gli interlocutori, genitori e figli. Questo porta i genitori a non trattare l’argomento ma a rimanere silenziosamente in allerta (talvolta con comportamenti da detective, se non da spia) e i figli ancora di più a distanziarsi, silenziare le domande, rivolgendole nella migliore delle ipotesi ad amici, ma di frequente a fonti online con il rischio che risultino poco adeguate.

Appare infatti importante evidenziare che anche se una parte residua di adolescenti sia esposta involontariamente a contenuti pornografici, la maggioranza accede alla pornografia intenzionalmente, per soddisfare curiosità sulla sessualità e sul rapporto sessuale, ricercare piacere e intrattenersi. La risposta trovata non solo è banalmente incompleta, ma soprattutto distorta e falsata, sia rispetto alla performance che l’adolescente potrebbe attendere da sé e dal partner, quindi alla conoscenza del proprio corpo e di quello altrui, all’attesa e alla ricerca del piacere e dei tempi propri e dell’altro, sia rispetto all’inesistente utilizzo del preservativo e quindi all’assenza di conoscenza sul rischio delle malattie sessualmente trasmissibili.

I genitori… che fatica e che imbarazzo, ma che bella sfida

Molti genitori si sentono in imbarazzo e a disagio nel parlare di sessualità ai propri figli, alcuni ritengono inopportuno accedere a tali argomenti erroneamente, pensando di esporli precocemente o di indurli a “fare sesso”.
Niente di più sbagliato. I genitori sono il principale ascendente nel percorso di crescita e di identificazione dei figli, quindi anche sul loro sviluppo sessuale.
È bene sin dall’infanzia aprirsi a un dialogo chiaro e autentico sulla sessualità, per permettere ai propri figli di costruire future relazioni intime sane.

Educare alla sessualità è non solo una forma di protezione alla salute rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili o a gravidanze indesiderate, ma costituisce un fattore protettivo rispetto a ogni forma di abuso e coercizione, e a discriminazioni legate a pregiudizi sull’identità di genere.
È fondamentale che i genitori non siano giudicanti ma accoglienti, curiosi ma non invadenti, consapevoli ma non infallibili (“non lo so, mi informo, ci informiamo?”) e magari ritrovare con tenerezza attraverso i figli, una parte di sé a quell’età.


* Alessandra Panceri psicologa, psicoterapeuta, responsabile clinico di CTIF, da vent’anni si occupa della cura del trauma lavorando con bambini e famiglie e collaborando con la Magistratura e i Servizi Sociali.
Referente clinico delle comunità CTIF. Formatrice.