di Chiara Maroso*
Il nuovo anno scolastico è iniziato e le vacanze estive sono ormai ricordo. Tra i corridoi e le aule delle scuole riecheggiano le parole degli studenti, i banchi sono tornati ad essere occupati da quaderni, penne e astucci: dopo i primi giorni di ambientamento, è tutto pronto per affrontare nuove spiegazioni, interrogazioni e verifiche. Come ogni anno, gli alunni e le alunne delle scuole di ogni ordine e grado sono chiamati a confrontarsi con molteplici materie letterali e scientifiche che contribuiscono ad incrementare la conoscenza, stimolare il ragionamento e la capacità di pensiero, tutte risorse essenziali per imparare a scegliere e orientarsi quotidianamente.
Dinnanzi al crescente numero di episodi di violenza, anche tra giovanissimi, è bene ricordare però che la scuola non è solo il luogo per l’insegnamento delle canoniche materie scolastiche, ma è anche una risorsa preziosa e fondamentale per la formazione e l’educazione a 360 gradi degli adulti di domani. La scuola è l’ambiente in cui crescere cittadini liberi e responsabili, capaci di saper vivere nel rispetto delle regole, e soprattutto nel rispetto degli uni verso gli altri, partendo dalla piena conoscenza di sé.
Nel 1993, all’interno del documento “Life Skills education for children and adolescents in schools”, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito le Life Skills come “abilità di vita sociali e relazionali che consentono agli individui di entrare efficacemente in relazione con gli altri e di affrontare le richieste e le sfide della vita quotidiana”. Le principali Life Skills individuate dall’OMS come “competenze base” per la promozione della salute e del benessere di bambini e adolescenti, sono dieci.
Tra queste troviamo il decision making, ovvero la “capacità di prendere decisioni nelle diverse situazioni e nei diversi contesti di vita”, alla quale si accosta il problem solving riferito alla “capacità di risolvere in modo costruttivo i diversi problemi”.
Un’altra Life Skill individuata dall’OMS è la creatività che consente all’individuo una maggiore flessibilità mentale e quindi permette di “esplorare tra le diverse alternative possibili e valutare le conseguenze delle proprie azioni o non-azioni”. Ancora, l’OMS fa riferimento al pensiero critico definito come “la capacità di analizzare le informazioni e le esperienze in modo oggettivo per arrivare a una decisione più consapevole”; la comunicazione efficace, invece, si riferisce alla competenza di sapersi esprimere, a livello verbale e non verbale, “in maniera efficace e congrua alla propria cultura” e significa anche “saper esporre le proprie opinioni e i propri desideri, ma anche i propri bisogni e le proprie paure” oltre al “saper chiedere aiuto nei momenti di difficoltà”. Altre fondamentali competenze di vita sono: la capacità di entrare in relazione con gli altri in maniera positiva, che permette sia di “mantenere relazioni significative, sia di interrompere rapporti non funzionali in maniera costruttiva”, la gestione dello stress, che consiste nel saper conoscere e controllare le fonti di tensione “sia tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita, sia tramite la capacità di rilassarsi”, la gestione delle emozioni, riferita alla competenza di “riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri” che ben si affianca alla Life Skill che prende il nome di empatia, ovvero a quella capacità di “sapersi mettere nei panni di” sospendendo ogni giudizio. Infine, vi è l’autocoscienza grazie alla quale è possibile conoscere a fondo sé stessi nelle diverse sfaccettature.
La scuola è probabilmente il teatro migliore per promuovere e incrementare nei giovani l’apprendimento delle Life Skills descritte: al suo interno, infatti, è possibile raggiungere un ampio target di giovani definito in base alla fascia di età, ma anche in base al livello culturale e allo status socio-economico.
Sostenendo tale pensiero e per perseguire questo obiettivo, il Centro Clinico Prometeo propone alle scuole primarie e secondarie di primo grado laboratori sull’affettività che hanno proprio il fine di contribuire a incentivare una comunicazione efficace di tipo assertivo, di promuovere relazioni sociali positive improntate al rispetto reciproco e alla condivisione e gestione delle proprie emozioni. Ciò diviene possibile attraverso attività esperienziali e di gruppo, specifiche per la fascia di età a cui sono destinate, in cui gli alunni e le alunne sono i principali protagonisti, con l’opportunità di mettersi in gioco e apprendere nuove Life Skills da inserire nel proprio repertorio comportamentale.
Vediamo nel dettaglio come sono strutturati i nostri laboratori.
Alla scuola primaria il percorso con il gruppo classe è di due incontri da due ore ciascuno. Il primo incontro ha l’obiettivo di far sì che i bambini e le bambine imparino a conoscere e riconoscere le emozioni primarie, in sé e negli altri, entrando in contatto anche con le sensazioni corporee a cui esse sono associate. Il secondo incontro, invece, si concentra sul corpo, promuovendo la presa di coscienza delle sue caratteristiche, diverse per ciascuno, e del rapporto che ogni individuo ha con esse. In questo modo, si vuole fare leva anche sull’importanza del rispetto del valore del proprio corpo e di quello degli altri.
Per i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado, i laboratori sull’affettività si concentrano anche sulla gestione di alcune emozioni secondarie, come ad esempio la gelosia e l’invidia tipiche dell’età adolescenziale, e prevedono anche attività volte sia a riconoscere quale sia il modo positivo di entrare in relazione con gli altri, sia a saper “dire di no” a quelle modalità o a quelle relazioni che non piacciono.
L’auspicio per il futuro è che sempre più scuole decidano di dare spazio a laboratori educativi promotori di Life Skills: una sensibilizzazione precoce a questi temi permette non solo una maggior conoscenza di sé stessi, ma anche di prevenire scenari di prevaricazione e di violenza, sia essa psicologica, fisica o sessuale, e contribuisce alla costruzione di una società formata da individui che hanno rispetto verso di sé e verso gli altri.
Per approfondire:
- Marmocchi P., Dall’Aglio C. & Zannini M. Educare le life skills. Come promuovere le abilità psico-sociali e affettive secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità. Erickson, Trento (2004).
- WHO Life Skills Education for Children and Adolescents in Schools. Introduction and Guidelines to Facilitate the Development and Implementation of Life Skills Programmes. Geneva: World Health Organization (1994).
* Chiara Maroso, psicologa e specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale. Si occupa di sostegno psicologico per promuovere il benessere mentale della persona e, presso il centro clinico Prometeo, supporta nello studio bambini e ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, progetta e conduce laboratori psicoeducativi scolastici.