Di Yuri Benaglio
Operatore presso il Centro Sammartini
“Centro Sammartini, buongiorno, mi dica”.
Era inizio settembre dello scorso anno. “Buongiorno a lei, le comunico che preferirei non avere colloqui con Matteo per settembre e ottobre perché ho dolori alla schiena e perché dovrei partecipare a un programma televisivo e quindi devo prepararmi, ha presente Tu si que vales? Lo conosce?”.
Sorridendo, la ringrazio per la comunicazione telefonica e mi limito a riportare al nostro assistente sociale Matteo le informazioni ricevute. Matteo mi spiega che la signora S. presenta una fragilità emotiva importante di natura persecutoria e aggiunge un dettaglio: S. gli ha confessato di aver disegnato un’invenzione che cambierà il mondo.
Rimango dunque affascinato e approfondisco la storia della signora, facendomi raccontare da Matteo e dagli altri colleghi che l’hanno vista precedentemente in colloquio, alcuni aneddoti che la riguardano.
Nata nel 1955 in Valtellina, il suo primo accesso presso il nostro servizio risale al 2017. Torna più volte nel corso dei mesi con differenti richieste: ci chiede una lista di biblioteche presenti sul territorio, di contattare un brand-colosso della cosmetica e il consolato arabo per un lavoro, e ancora di richiedere all’antimafia un intervento urgente a sua tutela. Racconta anche, con dovizia di particolari, la sua primissima invenzione risalente ai primi anni ‘90: un trolley tondo.
In virtù della fragilità psicologica, la signora viene accolta in diverse strutture del Comune di Milano e private.
Cresciuta in provincia di Roma in un paesino senza acqua corrente, la signora è laureata in Architettura e ha lavorato a Torino dal 1984 al 1986 presso alcuni studi di architetti e insegnato Educazione Tecnica in varie scuole di Torino e di Madrid. Dal 1994 al 2016 ha lavorato in diversi call center, dal 2016 non ha più avuto un’occupazione.
Per quanto riguarda la situazione sanitaria, la nostra S. presenta un’invalidità civile al 70% per una serie di problematiche (in particolare al cuore).
Fucina inesauribile di idee, mostra in sede di colloquio altri progetti: il telefono-bracciale e il profumo-cocktail, su tutti. Ha scritto anche un libro ironico sulla povertà e contattato la casa editrice Hoepli per la pubblicazione di un secondo libro.
A fine 2018 Matteo decide di segnalarla per un inserimento in una microstruttura, dove entra poche settimane dopo. In questi anni alterna momenti di grande fatica psicologica ad altri in cui si presenta pacata e rilassata. È proprio da qui che parte il grande lavoro di squadra tra il Centro Sammartini (nella figura di Matteo), un’assistente sociale del Municipio 5 e la struttura ospitante.
Pian piano diventano meno importanti la partecipazione televisiva a Tu si que vales e gli altri “sogni” a cui S. teneva tanto, come la realizzazione di una mostra su Leonardo da Vinci e l’invenzione di scarpe con navigatore satellitare incorporato. La signora ha finalmente trovato la strada per provare a riprendere in mano la propria vita.
È arrivato così qualcosa di più bello e concreto: da un paio di mesi S. ha scelto di tornare in provincia di Roma dove, in compagnia di una ritrovata rete amicale e grazie al reddito di cittadinanza, vive in affitto.