di Riccardo Pardini*
Da qualche anno ormai stiamo assistendo ad una sensibile trasformazione della famiglia; nuove strutture, nuove tipologie familiari fondate su sistemi complessi e poliedrici. Di pari passo, sta affiorando una nuova prospettiva riguardo alla funzione genitoriale maggiormente concentrata sul sostegno e sull’accompagnamento dei figli oltre alla condivisione sociale della missione educativa.
Pertanto, considerare genitori e scuola in maniera collegata nel processo di crescita del bambino fin dal nido d’infanzia, può veramente prospettare l’idea di un’educazione partecipata da tutti che veda protagonisti sia il settore pubblico dell’istituzione sia il privato della famiglia. Questo a beneficio della realizzazione di una nuova cultura delle relazioni calate nei contesti di riferimento oltre a nuovi scenari formativi sia per i genitori sia per gli operatori.
Gli interventi di sostegno alla genitorialità, in campo educativo, afferiscono all’area della prevenzione formativa (Catarsi, Fortunati, 2004) toccando gli aspetti comuni della quotidianità e della normalità.
Sempre meno di rado, accade che i genitori possano avvertire il bisogno di raccontare e raccontarsi, interrogarsi. Per questo servono luoghi adeguati, persone competenti e sensibili, capaci di ascoltare con ‘empatia’ la loro esperienza, mettendola in connessione, se possibile, con quella degli altri genitori.
Lo scambio, il confronto e la gestione produttiva dei conflitti possono rivelarsi buoni strumenti che rendono possibile il nascere nei genitori di un atteggiamento riflessivo centrato sul proprio agire e capace di portare in luce risorse, strumenti utili a migliorare l’ascolto e la comprensione del proprio bambino.
Fare educazione con i genitori assume un carattere di promozione delle buone relazioni, e di conseguenza dello stare bene delle persone tra loro, siano esse i genitori, gli educatori, i bambini.
Il nido d’infanzia, ad esempio, è la prima istituzione educativa incontrata dai genitori e la prima esperienza sociale vissuta dai bambini all’interno della quale, la relazione tra insegnanti e genitori è diventata espressione di condivisione e di arricchimento reciproco, collaborazione che si alimenta nel tempo e si consolida secondo i rispettivi ruoli.
Il tratto caratteristico del progetto pedagogico del nido esplicita chiaramente come per accogliere il bambino sia necessario innanzitutto accoglierne i genitori, creare con loro uno spazio comunicativo per costruire un’alleanza e un progetto condiviso.
L’agire educativo si fa sempre più vicino alle esigenze familiari e alle relazioni che intercorrono tra genitore e figlio poiché la complessità dei bisogni familiari non è una questione puramente privata ma per alcuni aspetti una faccenda sociale. Le educatrici e i genitori che si occupano del tema della genitorialità promuovono valori, credenze, abitudini, modelli secondo una linea comune.
Il concetto di corresponsabilità educativa assume dunque un’identità costituita dalla compresenza di confronto, condivisione, reciprocità, partecipazione di tutti.
Lavorare con gli adulti impegnati in compiti educativi, significa costruire interazioni efficaci e aperte che mettano al centro le risorse della persona, riconoscendone l’identità e il valore anche nelle situazioni di crisi.
Un atteggiamento incoraggiante, dialettico, assente da giudizi, aperto all’ascolto empatico, accogliente, motore privilegiato di cambiamento che possa sostenere nei genitori una riflessione attiva e consapevole in relazione al progetto parentale scelto e alle motivazioni che ne muovono il procedere.
Vivere a contatto con l’infanzia richiede l’esercizio di una continua disponibilità al cambiamento; caratteristica tipica di ogni processo di crescita.
Il lavoro di confronto tra genitori e/o educatori favorisce dunque lo sviluppo e l’incremento del sentimento di fiducia verso le proprie risorse specifiche, includendo l’esplorazione e il riconoscimento dei propri limiti.
Questi gli aspetti importanti che consentono ad ognuno di procedere un po’ alla volta verso quell’idea di “genitore” così preziosa per la crescita infantile perché, citando Donald Winnicott, solo sufficientemente buono e mai perfetto.
* Riccardo Pardini, Pedagogista, Mediatore Familiare, Didatta e Formatore.
Professionista e Didatta Accreditato S.I.Me.F. (Società Italiana di Mediatori Familiari).
Supervisore e Referente Servizio di Mediazione Familiare CTIF Milano.