Di Yuri Benaglio
Operatore presso il Centro Sammartini

Ci sono percorsi che il Centro Sammartini porta avanti per anni, altri che si chiudono nel giro di pochi mesi.
È il caso del signor M., anni quasi cinquanta e nato a Lecco, orientato al nostro ufficio nell’agosto del 2021 dalle Unità Mobili che girano per la città intercettando persone senza dimora e fornendo prima assistenza.

Abbiamo raccolto le prime informazioni su di lui: ultima residenza attiva a Milano, affetto da Hiv con esenzione illimitata (per il quale è seguito dall’ospedale Sacco), totalmente privo di redditi (non percepiva il reddito di cittadinanza) ma con partita iva (aveva una sua ditta di manutenzione, senza dipendenti). M. dormiva da venti giorni circa in San Babila con sacco a pelo, riferendo di non aver mai dormito prima per strada.

Cosa è successo: nel 2017 lavorava come manutentore in un hotel di Bergamo, che in cambio forniva vitto e alloggio. Nel frattempo stava con una donna di Milano, presso la quale aveva fissato la residenza. Dopo due anni, però, la storia naufraga. Nel luglio del 2021 termina il lavoro a Bergamo e torna in una casa che non c’è più: l’ex compagna l’aveva venduta, e a lui viene cancellata la residenza per irreperibilità.

Accetta di aderire a un percorso di accompagnamento sociale dopo un confronto con il nostro assistente sociale Matteo e viene subito inserito, vista la fragilità sanitaria, in una delle nostre strutture aperte tutto l’anno e H24.

Matteo inizia a vedere il signore con regolarità e ricostruisce con maggiori dettagli tutta la sua storia. Dopo aver conseguito il diploma in perito elettrotecnico, a 18 anni è partito militare ed è stato in missione sia in Somalia che in Mozambico; a 21 anni è tornato a Lecco e ha iniziato a lavorare come carpentiere. A 24 anni ha aperto una sua azienda di carpenteria, riferendo di guadagnare ai tempi fino a un miliardo di lire all’anno. Nel 1997 si è sposato e nel 2000 è nata sua figlia. Dopo qualche anno la coppia ha divorziato. M. è stato denunciato per maltrattamenti ai danni della minore da parte della prima moglie, così come dalla seconda compagna ai danni dell’altra figlia. Su entrambe ha perso la responsabilità genitoriale e per lo stesso motivo, anche se il signore ha sempre negato ogni responsabilità, avrebbe interrotto ogni rapporto anche con le rispettive madri.

Il suo unico vizio, in base a quanto riferito a Matteo, “è stato quello di acquistare macchine molto costose e correre in autostrada”. Con l’ultima auto, un’Audi RS6, si sarebbe schiantato in autostrada riportando la frattura della gamba.
In passato ha anche dichiarato il falso a un posto di blocco e gli è stata ritirata definitivamente la patente per eccesso di velocità reiterato per quattro volte (fino a 300 km/h).

Durante il percorso la storia del nostro M. si incrocia anche con quella di un’altra nostra utente, la signora C. anche lei ospite presso una delle nostre strutture. Ne è nata una storia d’amore.

M. è tornato a lavorare come carpentiere, operaio e manutentore e in pochissimi mesi, con il vigile supporto di Matteo, ha messo sufficienti soldi da parte per proseguire in autonomia. Qualche settimana fa ha lasciato la struttura in cui era stato inserito ad agosto dello scorso anno e vive con la sua C. Per quanto riguarda la salute, da tre mesi si è negativizzato.

Una storia a lieto fine, questa, seppur non priva di ombre: è anche questo, però, il mondo con cui i nostri assistenti sociali si interfacciano ogni giorno.