Dieci anni di Centro Sammartini e forse una luce in fondo al tunnel. Era il 2011 quando M., oggi 65 anni, faceva per la prima volta accesso presso il nostro servizio. Due anni prima l’industria chimica per cui lavorava da perito chimico era fallita, lasciandolo senza lavoro. In seguito ha effettuato alcuni piccoli lavoretti come addetto alle consegne presso un negozio di Milano fino al 2013, ma ormai da anni è fuori dal mercato del lavoro.
Sposatosi nel 1981, dal matrimonio il signore ha avuto due figli nati nel 1982 e nel 1989. Due figli con cui M. mantiene un rapporto e che sono a conoscenza della condizione di senza dimora del padre. M. viveva con il padre in un alloggio popolare, ma alla sua morte si è trasferito dalla compagna, ammalatasi poco dopo di leucemia e venuta (anche lei) a mancare. La zia della signora ha deciso di mettere in vendita la casa e M., non potendosi permettere un affitto lì, è finito definitivamente in strada. In questi dieci anni è stato accolto in diversi dormitori del Comune di Milano.
La nostra assistente sociale Beatrice, che lo segue da tempo, lo definisce una persona “mite e rispettosa di ogni regola di buona convivenza”. Anche per questo, due mesi fa, gli ha prospettato l’ingresso in una micro-comunità milanese, affacciata sul parco di Trenno e specificamente destinata a persone senza dimora, dove sperimentare una gestione quotidiana della struttura in un crescendo di autonomia e di responsabilità. Gli obiettivi di questo inserimento in comunità sono il rifacimento dei documenti, l’aggancio ai servizi sociali del Municipio di residenza e le domande per un alloggio popolare o per un alloggio transitorio.
In micro-comunità si trova benissimo, garantisce Beatrice. Ha trovato una dimensione raccolta e acquisito quelle dolci, normali abitudini che scandiscono e danno forma alla vita di ognuno di noi.
È difficile non affezionarsi alla storia e alla tenerezza di quest’uomo. Di fronte alla possibilità di spostarsi a Cesano Maderno (MB) per un percorso di inclusione e reinserimento in collaborazione con un docente e volontario di Caritas Ambrosiana, M. ha scelto Milano, ha scelto la micro-comunità e ha scelto Beatrice perché, parole testuali, “gli trasmette sicurezza”. Rispetto all’inizio del percorso di presa in carico M. si presenta anche più pulito e curato in sede di colloquio. E con gli immancabili cioccolatini per Beatrice, che allietano tutti noi del Centro Sammartini.