Ci sono storie che è difficile dimenticare e che i nostri assistenti sociali amano raccontare. È il caso della signora Rosa, seguita da Elena.
Rosa arriva al Centro Sammartini a fine 2018 tramite alcune suore della provincia di Milano, riferendo di essere senza un lavoro stabile dal 2012. Era un periodo turbolento per lei: si era fatta male al piede, aveva le stampelle, le è anche capitato di dormire in pronto soccorso. Le facciamo avere in via emergenziale un colloquio in una struttura a pagamento. Ma la signora tende a sfasare, non si presenta ai colloqui, non rispetta le regole: si allontana in autonomia dalla struttura e poi sparisce per un po’.
Viene ritrovata da un altro servizio, l’Educativa di Strada (Eds), e segnalata a noi del Centro Sammartini nell’estate 2019. Elena attiva immediatamente una rete con il Municipio competente, successivamente le propone l’accoglienza in una struttura del Piano Freddo e poi in regime ordinario (strutture aperte H24 e tutto l’anno). Ma anche questa volta la signora manifesta impazienza, risorse e autonomia residua: con i soldi a disposizione preferisce recarsi in strutture private a pagamento, avvicinandosi durante il lockdown anche a qualche giornalista interessato a farle scrivere qualcosa sulle condizioni dei senza dimora. Il ruolo di senza dimora sembra starle strettissimo e l’aggancio relazionale con lei non è dei più semplici per la nostra Elena.
La signora, questo è un elemento importante, è una psicoterapeuta regolarmente iscritta all’Albo. Aveva uno studio privato e i soldi non le mancavano. Cosa si sia interrotto, nel flusso della sua vita, non è ben chiaro. Ma è chiaro che molti elementi della sua vita precedente ricorrono senza soluzione di continuità.
La signora tende infatti ad assegnare compiti agli operatori a cui si rivolge, compresa la nostra Elena, lasciandosi andare a giudizi talvolta netti e taglienti. La sua visione professionale e disincantata non risparmia nemmeno sé stessa: Rosa sa di essere affaticata e di trovarsi in una condizione di grave emarginazione e parla di se stessa in termini medici distaccati, esplorando una sorta di autodiagnosi.
Al netto di tutto, però, la signora ha sempre riconosciuto il Centro Sammartini come un punto di riferimento affidabile e la nostra Elena come una guida onesta e competente. “Il mio approccio con lei? Restituzione costante di quanto fatto da tutta la rete di enti che la seguono e assecondamento, paziente ma non passivo, quando necessario”.
E i risultati, anche grazie alla tenacia di Elena e all’impegno della signora Rosa, sono arrivati: il reddito di cittadinanza, la domanda di casa popolare, in ultimo l’alloggio Sat (Servizio abitativo transitorio) in Giambellino dove la signora attualmente vive e dove resterà per quattro anni proprio in attesa della casa popolare.
“Noi le abbiamo consegnato un kit lavoro (cancelleria, modem, tablet) e un kit arredamento per la sua nuova avventura al Giambellino” racconta Elena. Ma la signora si è attivata molto anche in prima persona: “Sono andata a trovarla a casa sua: è andata da Brico nelle scorse settimane e si è costruita da sola il letto e il tavolo” continua la nostra assistente sociale, entusiasta. “Non so se posso gestire tutta questa felicità” ci ha confessato invece la signora Rosa. Che ha cosparso l’appartamento di piantine e trascorre le sue giornate aggiornandosi sull’attualità con il suo tablet e frequentando librerie e biblioteche per preparare un corso di aggiornamento rivolto ai futuri insegnanti di sostegno.
Il suo percorso con noi e la sua figura sono affascinanti, sicuramente un unicum nella storia del Centro Sammartini. I suoi outfit total white, con occhiali da sole solo leggermente consumati, le hanno sempre conferito quell’aura di autorevolezza a cui la signora tiene particolarmente. Elena chiosa così: “Questa signora smuove qualcosa che spinge ad affezionarti, sa quali corde toccare”. Anche Elena ha saputo quali corde toccare della sfuggente signora, smussandone i lati spigolosi quando necessario e accompagnandola passo dopo passo in questi due anni.