La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza, una malattia degenerativa incurabile che spaventa, perché è difficile da prevedere e causa deficit della memoria e del comportamento fino a compromettere l’autonomia e la capacità di compiere le normali attività giornaliere.
Ci sono oggi più di 35 milioni di persone ammalate di demenza in tutto il mondo, e si prevede che nei prossimi anni aumenteranno ancora. Ogni 4 secondi viene diagnosticato un nuovo caso.

Come riconoscerla? A chi rivolgersi?
Ne parliamo con la Dottoressa Maria Francesca Sparacino, terapista della riabilitazione psichiatrica, consulente e formatrice, che all’interno del nostro spazio Wemi Voltri tiene corsi di formazione e fornisce consulenza a familiari e operatori per supportare le persone con demenza.

Cos’è l’Alzheimer?

La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza neurodegenerativa che colpisce in modo progressivo le strutture cerebrali, causando la morte dei neuroni e un deterioramento irreversibile delle funzioni cognitive.
Insorge in genere dopo i 65 anni (esiste una forma giovanile che insorge dopo i 45 anni) e ha un esordio subdolo, tanto che solitamente la diagnosi arriva dopo 2 anni.
Non è considerata una malattia ereditaria, ma chi ha parenti con Alzheimer è suscettibile, cioè è più a rischio di ammalarsi.

Quali sono i campanelli di allarme?

Con l’avanzare dell’età può capitare di avere delle dimenticanze, dei vuoti di memoria e di iniziare a ricordare meno alcuni aspetti della vita quotidiana. In alcuni casi, questa perdita di memoria può indicare un principio di Alzheimer. Ma non è l’unico campanello d’allarme.
Non esistono ad oggi una prevenzione e una cura efficaci contro l’Alzheimer, ma ci sono alcuni segnali che, se riconosciuti per tempo, possono permettere di intervenire per rallentare la progressione dei sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone con demenza e dei loro familiari.

Nel 2005 l’American Alzheimer Association ha pubblicato i 10 campanelli di allarme per la malattia di Alzheimer.

  1. Perdita di memoria: uno dei segnali più comuni del morbo di Alzheimer è la perdita di memoria, soprattutto il dimenticare informazioni apprese di recente. Altri segnali sono il dimenticare date o eventi importanti, chiedere le stesse informazioni più volte, un sempre maggiore bisogno di contare su strumenti che possano aiutare la memoria (ad es. promemoria) o su membri della famiglia per cose di cui di solito si riusciva ad occuparsi da soli.
  2. Difficoltà nella programmazione o nella soluzione dei problemi: alcune persone possono avere problemi a ricordare una ricetta che era loro familiare. Esse possono avere difficoltà a concentrarsi, e impiegano molto più tempo di prima per fare le cose.
  3. Difficoltà nel completare gli impegni famigliari a casa, al lavoro o nel tempo libero: a volte, le persone con Alzheimer non riescono a portare a termine normali attività quotidiane. Possono avere problemi per guidare l’auto verso un luogo familiare, per gestire un budget al lavoro o ricordare le regole di un gioco preferito.
  4. Confusione con tempi o luoghi: le persone con Alzheimer possono confondere le date, e perdere il senso dell’orientamento, dimenticarsi dove si trovano o come sono arrivati lì e non riuscire a ritrovare la strada di casa.
  5. Difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali: per alcuni, avere problemi visivi è un segnale di Alzheimer, come la difficoltà a leggere, a giudicare la distanza, a stabilire il colore o il contrasto.
  6. Nuovi problemi con le parole nel parlare o nello scrivere: alcuni possono manifestare difficoltà a seguire o a partecipare a una conversazione (si fermano nel bel mezzo di una conversazione e non hanno idea di come continuare, oppure può accadere che si ripetano). Potrebbero avere problemi a trovare la parola giusta o chiamare le cose con il nome sbagliato.
  7. Non trovare le cose e perdere la capacità di ripercorrere i propri passi: le persone con Alzheimer non trovano le cose e lasciano gli oggetti in luoghi insoliti. A volte, possono accusare gli altri di averli rubati.
  8. Ridotta o scarsa capacità di giudizio: la capacità di giudizio nel maneggiare il denaro diventa scarsa con il morbo di Alzheimer e le persone che ne sono colpite possono anche regalare ingenti somme di denaro a sconosciuti. Possono, inoltre, prestare meno attenzione alla cura della propria persona o a tenersi puliti e vestirsi in maniera inappropriata (per esempio con capi invernali in una giornata tipicamente estiva o viceversa).
  9. Ritiro dal lavoro o dalle attività sociali: le persone con Alzheimer possono iniziare a rinunciare a hobby, attività sociali, progetti di lavoro o attività sportive. Possono avere problemi nell’aggiornarsi sulla squadra sportiva preferita o nel ricordare come completare un hobby favorito. In alcuni casi ci può essere un vero e proprio ritiro sociale a causa dei cambiamenti che hanno vissuto.
  10. Cambiamenti di umore e di personalità: l’umore e la personalità delle persone affette da Alzheimer possono cambiare. Gli sbalzi d’umore possono presentarsi ogni giorno, di colpo, senza apparente motivo. Diventano confusi, sospettosi, depressi, spaventati o ansiosi, facilmente suscettibili.

A chi rivolgersi?

Quando ci si accorge, per sé o per un familiare, di presentare alcuni di questi sintomi e se si sospetta che non si tratti di un semplice rallentamento nel pensare e nello svolgere azioni quotidiane legato all’età, è importante rivolgersi il prima possibile al proprio medico di base, il quale indicherà gli specialisti a quali rivolgersi (neurologo, geriatra, psicologo).

Noi di Spazio Aperto Servizi, presso Wemi Voltri, diamo supporto e informazioni sull’Alzheimer e sui servizi presenti sul territorio; organizziamo momenti di confronto e formazione per capire, insieme a familiari, caregiver e operatori, come leggere le forme in cui la malattia si manifesta e acquisire strumenti per la gestione quotidiana che ne consegue.

Da febbraio a maggio proseguiremo con il ciclo di incontri e nuove attività dedicate a questo tema.
Il primo sarà il 19 febbraio: insieme a Giovanni Raulli, Direttore Area Housing Sociale della Cooperativa, parleremo di possibili soluzioni per una futura condivisione del proprio percorso di invecchiamento o di fragilità attraverso l’housing sociale.
Presso WEMI VOLTRI, via Di Rudinì 18 Milano dalle 17.00 alle 19.00
Ingresso gratuito con prenotazione scrivendo a voltri@wemi.milano.it o chiamando il numero 342 1281 107