La mancanza di orientamento e la solitudine delle famiglie, l’assenza di un progetto di vita che accompagni la famiglia nella crescita del bambino fino alla vita adulta nei passaggi più difficili e delicati, la necessità di un’unica presa in carico per la famiglia: in questi anni di lavoro, il progetto ConsideraMI ha fotografato la realtà in cui vivono le famiglie dei bambini con disabilità a Milano. Emerge il bisogno di politiche e interventi coordinati e trasversali che, se non attuati, pregiudicano l’attuazione dei principi della Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità e rendono la vita dei bambini e degli adolescenti della città un percorso segnato dalla mancanza di equità negli accessi e dalla disuguaglianza nelle opportunità che, oltre a incidere sulla qualità di vita di ciascun minore, determinano gravi solitudini e difficoltà per le famiglie.

Il progetto ConsideraMI, finanziato dal Comune di Milano con i fondi della legge 285/1997 e che ha coinvolto una rete di 16 soggetti del Terzo Settore, ha avuto l’obiettivo di restituire alla città di Milano la fotografia della condizione di vita dei bambini con disabilità, attraverso azioni progettuali che nel corso dei tre anni di durata del progetto hanno indagato e agito nei contesti di vita dei minori e delle famiglie.

La creazione e la sperimentazione di un modello di osservatorio in grado di raccogliere e monitorare il quadro della situazione ai bambini con disabilità – Quaderno dell’Osservatorio; la creazione di una piattaforma on line https://www.considerami.it/, strumento unico e innovativo a disposizione di famiglie e operatori, che raccoglie la mappatura di oltre 730 servizi, progetti/interventi, pubblici e privati di natura sociale, educativa, sociosanitaria e sanitaria, esistenti nei 9 Municipi; la sperimentazione della presa in carico di 60 minori e famiglie con percorsi di orientamento e accompagnamento all’approccio dei servizi territoriali, l’attivazione di uno sportello educativo, 25 equipe educative coinvolte in percorsi formativi per le scuole dell’infanzia, 25 percorsi laboratoriali proposti alle scuole dell’infanzia per favorire l’inclusione dei bambini con disabilità. Questi i numeri e le azioni salienti delle azioni che il progetto ConsideraMI ha attuato nel suo svolgimento, cercando di dare risposte concrete e possibili ai bambini e agli adolescenti con disabilità che vivono a Milano.

Proprio dai dati emersi nei racconti dei genitori protagonisti dei focus group, dalle riflessioni delle comunità di pratiche di operatori dei servizi per infanzia e adolescenza e dai bisogni evidenziati nei 60 casi presi in carico sperimentalmente dal progetto, il dato che emerge con maggiore rilevanza è quello – purtroppo noto a chi opera in questo ambito quotidianamente- della disuguaglianza e mancanza di equità negli accessi: ogni famiglia deve “inventare” il percorso di crescita del proprio figlio e l’esito dipende da chi incontra, dalla resilienza di cui è capace, dagli strumenti di conoscenza e dal reddito che possiede e persino dal Municipio in cui vive.

Dall’analisi di questi bisogni e dai risultati del lavoro svolto nasce AGENDA 16 PER IL FUTUROdal progetto all’azione 16 priorità per l’inclusione, un documento programmatico, redatto e sottoscritto da tutta la cordata di ConsideraMi, consegnata il 17 novembre durante l’evento conclusivo del progetto all’assessore del Welfare e Salute Lamberto Bertolè, alle Istituzioni milanesi e che contiene proposte per mettere al centro delle politiche cittadine la presa in carico efficace ed estesa a tutti gli ambiti di vita del bambino e dell’adolescente con disabilità, indicando le priorità per migliorare la qualità della vita delle famiglie e considerare centrali i diritti dell’infanzia.

Dal censimento dei bambini con disabilità, alla necessaria costruzione di servizi educativi per il tempo libero e lo sport, all’importanza di un confronto tra le Istituzioni e gli enti del Terzo Settore per la creazione e l’utilizzo di modelli di presa in carico comuni: questi alcuni dei 16 punti che l’Agenda presenta, raccomandando “azioni di filiera, di sistema e di metodo”.