Di Stefania Agosta*

Ogni anno, progettare il tema dei centri estivi è l’occasione per fare molto di più che mettere in piedi un’attività ricreativa per bambini e bambine, è il momento in cui si definisce lo sguardo educativo che si vuole portare in scena. E a volte, una scelta apparentemente piccola, come decidere chi guiderà una nave immaginaria, può cambiare il significato dell’intero viaggio.

Prendete un gruppo di coordinatrici con esperienza e rinchiudetele in una stanza con viveri a sufficienza per resistere una giornata. Durante la prima ora ci saranno solo chiacchiere e lamentele sul fatto che è impossibile proporre ogni anno qualcosa di nuovo. Qualcuna dirà: “Bisogna alzare l’asticella”; qualcun’altra suggerirà: “Dobbiamo pensare ai valori da veicolare”; altre insisteranno: “Divertente, deve essere divertente!”

Poi d’improvviso parte la prima idea. Chi ha esperienza di tavoli di progettazione sa che non conviene mai proporre subito le idee migliori, ma aspettare il momento più opportuno. Tale momento è variabile e cambia di anno in anno, ma è così che si vede la stoffa di coordinatori e coordinatrici.

Anche quest’anno è andata così.

A un certo punto, qualcuna ha lanciato un’idea: il capitano di una nave che approda ogni settimana su un’isola diversa, popolata da abitanti speciali che accoglieranno i bambini e le bambine spiegando usi e costumi dell’isola. Così, sull’isola dello sport un giovane tennista racconterà loro tutti i tipi di sport esistenti che potranno sperimentare. Sull’isola della pittura, un’artista illustrerà le tecniche per dipingere, e così via, verso l’isola della danza, della magia, del teatro, dell’architettura. L’idea è tanto chiara quanto stimolante: bambini e bambine devono potersi accostare ad attività differenti per comprendere, attraverso l’esperienza, che le novità stimolano la curiosità e non devono intimorire o spaventare.

Chi meglio del capitano di una nave può condurre questa ciurma da un’isola all’altra?

E allora, come si chiamerà il capitano? Ma Capitan Tempesta, e come sennò?

Tutte le coordinatrici avevano dato per scontato che non potesse che essere maschio. Finché non è cominciato a serpeggiare il dubbio: e se invece fosse una bambina? Ma riusciranno – soprattutto i maschi – a identificarsi in una figura femminile, ci chiedevamo? Se non proviamo, non riusciremo mai a scoprirlo, ci siamo risposte.

A rafforzare la scelta, c’è un dato curioso ma significativo: Capitan Tempesta, personaggio nato dalla penna di Emilio Salgari, è effettivamente una donna, ma travestita da uomo. Dietro quel nome si cela, infatti, un’eroina coraggiosa e intraprendente, che agisce sotto mentite spoglie per poter combattere in un ambito che non lasciava spazio all’azione femminile. Un dettaglio non da poco, che ci ha fatto sentire ancora più convinte della nostra scelta: nel nostro centro estivo, Capitan Tempesta è esplicitamente una bambina, libera di essere ciò che è, senza travestimenti né finzioni.

Quanto alla ciurma, nessun commento, non ha trovato strano avere una bambina capitano di vascello: come sempre, le nuove generazioni ci stupiscono in positivo. Del resto, se le donne possono coordinare i centri estivi, potranno anche capitanare una nave.

Capitan Tempesta è salpata, e con lei i sogni, le domande e le scoperte di tanti bambini e bambine. Ogni isola è stata un’occasione per meravigliarsi, ma anche per imparare a guardare il mondo con occhi nuovi. Perché scegliere una bambina come capitano non è stato solo un dettaglio narrativo: è stato un gesto simbolico, un messaggio silenzioso ma potente.

Anche quest’anno il tema è nato da un confronto vero, acceso, partecipato. Un tema che fosse in grado di divertire, stimolare e, soprattutto, educare. Ogni dettaglio, anche la scelta di una protagonista femminile, è il frutto di una riflessione più ampia sul modello di società che vogliamo costruire, fin dall’infanzia. Perché crediamo che l’educazione passi anche da queste scelte, piccole solo in apparenza.
Come organizzazione certificata per la Parità di Genere, ci impegniamo ogni giorno per costruire spazi in cui ogni bambina possa sentirsi libera di essere capitana, artista, scienziata o ciò che desidera. E ogni bambino possa riconoscere nella diversità una ricchezza, non un ostacolo.

Perché è da queste scelte che nascono davvero nuove rotte e nuovi orizzonti, per noi di Spazio Aperto Servizi strumenti potentissimi per promuovere una cultura più equa, inclusiva e rispettosa delle differenze.

Capitan Tempesta, con la sua ciurma variopinta, è solo l’inizio del viaggio!


* Coordinatrice nell’area disabilità e nei servizi per l’autismo di SAS, coordina i centri estivi da oltre 15 anni e fa parte del tavolo progettazione delle attività per garantire spazi educativi accessibili e inclusivi.