“Siamo molto preoccupati rispetto al tema della chiusura delle scuole in Lombardia. Su questo tema ci sembra che si stiano facendo dei passi indietro e il Paese non se lo può permettere. Stiamo scaricando un grande fardello sulle future generazioni. Se a questo aggiungiamo la totale mancanza di regole precise e chiare per tutelare le categorie dei lavoratori essenziali, rischiamo di imboccare una strada senza ritorno – dichiara Maria Grazia Campese, Presidente di Spazio Aperto Servizi.
“Seguiamo con estrema attenzione l’andamento della pandemia e condividiamo che occorra adottare tutte le precauzioni del caso in questa situazione, tutelando innanzitutto la salute, ma ci pare che ancora una volta ci siano politiche frammentate e che non tengono conto del reale impatto sulla parte di popolazione più vulnerabile. La situazione, a questo punto, diventa intollerabile.
Chiediamo alle istituzioni, sia a livello locale, sia a livello nazionale misure puntuali, che mettano le famiglie al centro, perché sono proprio le famiglie, le donne in particolare, i bambini e i ragazzi a pagare – da un anno – il prezzo più alto.
Ieri il Presidente Draghi ha indicato chiaramente alcune priorità del governo sul tema. Ma sono priorità di cui vedremo gli effetti nel medio termine. Tornando all’immediato non è possibile continuare a vivere nell’incertezza e con regole che vengono cambiate e comunicate un giorno per l’altro. Il termometro di questa situazione ci viene da chi ogni giorno gestisce il lavoro di cura nei servizi di welfare – prevalentemente donne – che lavorano negli asili nido, nelle scuole come personale educativo, nei servizi residenziali, che si trovano schiacciate in una morsa brutale, tra il loro essere ingaggiate in servizi pubblici essenziali e il loro essere madri.
Ad oggi non c’è neppure una data per la riapertura delle scuole, queste parole del Ministro dell’Istruzione ci paiono inaccettabili. Dopo più di un anno dall’inizio della pandemia non possiamo accontentarci di improvvisazione.
Noi, come cooperazione sociale, non ci tiriamo indietro nel fare la nostra parte e siamo disponibili a mettere in campo innovazione e proposte, ma il pensiero da parte della politica deve essere più lungimirante e far leva sulle tante risorse presenti sul territorio. Ci aspettiamo un piano per la riapertura delle scuole. La chiusura ha un impatto devastante sul piano economico e sociale: crea tensioni, aumenta la dispersione scolastica, amplifica il disagio in famiglie in difficoltà, incide pesantemente sulla parità di genere. E si potrebbero aggiungere molti altri effetti nefasti. Allora vanno valutate tutte le dimensioni quando si toccano leve così importanti della vita dei cittadini. Questo potrebbe aiutarci a definire le giuste priorità”.