Il Progetto Ponte è il servizio che risponde al bisogno della persona con disabilità e della sua famiglia di intraprendere un percorso di accompagnamento verso la residenzialità, che si concretizza nella costruzione di un vero e proprio “ponte” verso l’autonomia abitativa.
È la risposta concreta alla legge 112/2016 nota come la Legge sul “Dopo di Noi”, che sancisce la necessità di costruire nel “Durante Noi” il futuro dei propri familiari: solo in questa fase, infatti, si possono costruire le condizioni di vita futura che afferiscono al “dopo di noi”, evitando l’istituzionalizzazione della persona con disabilità.
L’idea del Progetto Ponte nasce e cresce dal confronto continuo e costante con i Monitori di Fondazione Idea Vita.
Nella maggior parte delle situazioni, incontriamo persone con un’età media tra i 35 e i 45 anni, che vivono in famiglia con genitori spesso molto anziani, affaticati dalla gestione quotidiana del proprio familiare, ma soprattutto preoccupati per il futuro in cui loro non ci saranno più a garantire una risposta ai bisogni del proprio caro.
Nell’immaginario di questi genitori, spesso, la vita futura del familiare con disabilità continuerà nella casa in cui è nato/a, con un’assistente familiare a cui si darà un mandato di “genitore sostitutivo”, in realtà impossibile da realizzare, legalmente, economicamente e affettivamente.
Si tratta però di una consapevolezza a cui le famiglie arrivano gradualmente.
Dalla graduale acquisizione di questa consapevolezza, sostenute spesso dalla Fondazione Idea Vita, le famiglie chiedono l’avvio di un progetto di accompagnamento all’autonomia, ovvero la costruzione di “ponte” verso l’esterno (il territorio e altri compagni di percorso) in cui iniziare a sperimentare piccoli momenti di autonomia, finalizzati alla sperimentazione di qualche notte in una casa dedicata a persone con disabilità.
L’elaborazione del Progetto Ponte inizia proprio dalla conoscenza della situazione, della famiglia con la quale è fondamentale instaurare una relazione basata sull’alleanza, finalizzata alla costruzione di un progetto condiviso per la persona.
Si tratta di percorsi costruiti su misura di ogni famiglia, di ogni persona, non standardizzabili, quasi mai replicabili, perché ogni famiglia ha una sua personale storia ed elaborazione della disabilità e una peculiare visione del futuro.
Se sono accomunabili gli obiettivi finali, il cammino da percorrere per raggiungerli prevede mediazioni e personalizzazioni costanti, il cui scopo è costruire una visione condivisa tra la famiglia, il congiunto e gli operatori.
Si tratta di percorsi medio lunghi, che richiedono mediamente due o tre anni per raggiungere l’obiettivo finale che è la sperimentazione abitativa e/o l’uscita dalla casa di famiglia per iniziare un percorso di vita indipendente in un appartamento.